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castello è frutto della ristrutturazione di una grande fattoria (originariamente edificata nel 1605, anche se la storia del luogo pare risalire all’epoca romana), voluta dal Marchese Ferdinando, della famiglia fiorentina dei Panciatichi Ximenes d’Aragona, che lo riprogettò tra il 1853 e il 1889, in stile “orientalista” (corrente culturale che si diffuse in tutta Europa dall’inizio dell’Ottocento).
Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona (1813-1897)
É una costruzione molto diversa da qualunque altra proprio perché inserita nel tipico paesaggio della campagna Toscana. Sammezzano è Il più importante esempio di architettura orientalista in Italia, che deriva dalla passione che il Marchese nutriva per lo stile moresco-orientale.
All’interno delle sue 65 sale sale compaiono motti in latino, frasi in italiano, note musicali, bassorilievi, variopinte armonie geometriche e vegetali e pregevoli mosaici in ceramica, in un mix tra Toscana, stile orientale e cultura antica. Tutti i mattoni, gli stucchi, le piastrelle furono realizzati in loco da mano d’opera locale adeguatamente istruita.
Nel giardino sono ancora presenti sequoie (alte anche oltre 50 metri e con uno circonferenza di oltre 8 metri), palme, aceri, querce, ginepri, roverelle e i tanti lecci che danno anche il nome alla località in cui si trova il castello (Leccio, nel comune di Reggello, in provincia di Firenze).
Nel corso degli anni il castello, dopo essere stato adibito a hotel di lusso e set di numerose produzioni cinematografiche, ha subito diverse vicissitudini giudiziare sino ad essere messo all’asta. Oggi è chiuso alle visite, perchè di proprietà privata, viene aperto solo in occasione di alcuni eventi come le Giornate FAI di primavera a cura del Fondo Ambiente Italiano.