Una città dall’anima cosmopolita

Marsiglia, nuova
e multietnica

E

ro stato a Marsiglia tantissimi anni fa e ne avevo ricavato quasi un senso di fastidio, trovandola una città poco curata, sporca e con un alto tasso di criminalità; oggi la città sembra essersi completamente trasformata. Nel 2013 è stata Capitale Europea della Cultura e poi,  nel 2017, Capitale dello Sport,  questi due eventi internazionali l’hanno fatta diventare una grande città europea.

Jean-Claude Izzo

Jean-Claude Izzo (1945-2000) © J.M. Huron

Certamente oggi siamo molto lontani da come la descriveva Jean-Claude Izzo nel suo bellissimo romanzo Casino Totale: “Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c’è da vedere si lascia vedere. E allora è troppo tardi, si è già in pieno dramma. Un dramma atipico dove l’eroe è la morte. A Marsiglia, anche per perdere bisogna sapersi battere”.

Una delle caratteristiche principali di Marsiglia è la sua vocazione cosmopolita e multietnica, crogiuolo di culture e religioni del Mediterraneo, tanto che si può affermare che è “la città più araba d’Europa” con quasi un terzo della popolazione di origine araba.

Non è un caso che proprio qui sia sorto il MuCEM, Museo delle civiltà d’Europa e del Mediterraneo, progettato da Rudy Ricciotti, con la sua inconfondibile e spettacolare copertura, un reticolo grigio perla che di notte si illumina di blu e che può ricordare un pizzo o una rete da pesca. Il MuCEM si trova nella zona del porto vecchio, affacciato sul mare e collegato con una passerella sospesa alla quattrocentesca fortezza di Saint Jean.

Accanto al museo, la Villa Méditerranée progettata da Stefano Boeri, un edificio dalle linee contemporanee, che sembra sospeso sul bacino d’acqua sottostante.

Nel cuore pulsante della città un’altra meraviglia architettonica realizzata nel 2013, la tettoia d’acciaio inox progettata dall’architetto Norman Foster.
Un cielo artificiale di 46 x 22 m, concepito per spiazzare il punto di vista dei visitatori, creando inconsueti scorci e inedite prospettive.

E poi Le Panier, il vecchio quartiere fatto di intricatissimi vicoli, alcuni tirati a lucido ed altri ancora fatiscenti dove si può cogliere la vera natura multietnica della cittò, con botteghe artigianali, atelier d’arte, locali alla moda e piccoli tesori da scoprire un po’ ovunque.

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