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ngelo Favero, detto Zoe, vive in un minuscolo paese del trevigiano, San Pietro di Barbozza, in una delle aree viticole più famose d’Italia, sede della Confraternita del Prosecco. Qui Zoe (dal personaggio della striscia Arturo e Zoe, pubblicata negli anni ’60 sull’Intrepido), solitario artista outsider, trasforma i sassi, instancabilmente raccolti nel Piave, in stravaganti sculture.
Angelo Favero, detto Zoe
Tornato al paese dopo aver lavorato molti anni all’estero, in Indonesia e in Libia, come operaio nel settore delle costruzioni per grandi multinazionali, si è dedicato alla sua più grande passione: raccogliere sassi e assemblarli, per creare fantasiose composizioni floreali e strani personaggi, di varia forma e natura, chiamati putinòt, che lui definisce “cittadini dell’universo”.
Le sue creazioni si caratterizzano per una grande espressività, dal tono a volte fumettistico, tra il pensieroso, il sorridente o l’arrabbiato.
Si è dedicato anche al mosaico, prendendo spunto da quelli ravennati visti su qualche giornale, ma ci tiene a precisare che è stato solo un breve periodo, preferisce individuare le forme nei sassi per dar loro nuova vita, utilizzando solo martello e scalpello.
Il suo laboratorio, alle porte del paese, è costituito da un fazzoletto di terra e da una baracca fatta di lamiera e cemento chiamata L’Alcazar (fortezza, in arabo).
Le opere di Zoe, che lui considera come suoi figli e amici, non sono in vendita ma in paese si vedono ovunque, sulla fontana della piazza, nelle vetrine dei negozi e nel bar che abitualmente frequenta, oltre che sulla facciata della sua casa.