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evo confessare che prima di arrivare a Mont Saint-Michel ero molto prevenuto, pensavo di trovarmi davanti un luogo ad alta densità turistica che poteva ricordare San Marino, un luogo artefatto, ricostruito ad arte per soddisfare le esigenze del viaggiatore “mordi e fuggi”. La mia sensazione non è stata smentita, ma è talmente preponderante l’aspetto naturalistico che circonda questo isolotto che tutto il resto passa in secondo piano.
La baia in cui sorge l’isolotto roccioso, affacciato sull’oceano Atlantico, con l’abbazia benedettina edificata a partire dal X secolo, è soggetta al fenomeno delle maree che qui hanno una ampiezza eccezionale (circa 14 metri di dislivello) e che, anche a causa dell’andamento piatto, montano con grande rapidità.
Quando l’acqua si ritira appare, a perdita d’occhio, un territorio desolato, spesso con insidiose sabbie mobili, che può ricordare uno sconfinato deserto di fango in cui è possibile passeggiare solo sino al ritorno dell’acqua che cancellerà le nostre impronte. Dal 1979 fa parte del Patrimonio mondiale UNESCO.